La vela che unisce - ENAVE

La vela che unisce

Collaborazione “La vela che unisce 2023”Attestato ENAVE la Vela che unisce

La vela che unisce

Siamo felici di condividere la nostra recente collaborazione per l’evento significativo “La Vela che Unisce”, una iniziativa benefica svoltasi a Fano il 15 e 16 luglio 2023.

Organizzato dal Rotary Club Fano e dal Club Nautico “Geremia Vivani”, in collaborazione con IYFR (International Yachting Fellowship of Rotarians) – Flotta Adriatico Centrale e il patrocinio del Comune di Fano, l’evento aveva lo scopo di promuovere l’unità e affrontare le esigenze della comunità.

Ci è stato conferito l’onore di ricevere un attestato di benemerenza in riconoscimento del nostro impegno e contributo all’iniziativa. Questo riconoscimento ci riempie di orgoglio e rafforza il nostro impegno a servire la comunità in modi significativi.

Il mondo della vela simboleggia l’unità e la crescita, riflettendo gli obiettivi dell’evento. Questa iniziativa incarna il motto della Rotary Foundation per il 2023, “Creiamo la Speranza”. Oltre a rappresentare una speranza filosofica, riflette un impegno concreto di individui – professionisti, cittadini e istituzioni – che collaborano per un futuro migliore.

Progetto “6Plurale”

I proventi generati da questo evento significativo saranno destinati al supporto del progetto “6plurale”. Tale iniziativa mira a finanziare una gamma diversificata di attività e strutture rivolte alle famiglie svantaggiate. Questo sostegno si estende a eventi educativi, culturali, sportivi e sociali, con una speciale dedica alle famiglie che affrontano sfide legate alla disabilità e all’età giovanile. Sotto la guida della Sfera Sociale n. 6, questo progetto rappresenta un’azione tangibile nel promuovere l’uguaglianza tra gli individui.

Conclusione

La nostra partecipazione a “La Vela che Unisce” è stata un’esperienza straordinaria che ha rafforzato ulteriormente il nostro impegno a generare un impatto positivo.

Riflettendo sull’unità, lo scopo e la speranza che hanno permeato l’evento, guardiamo al futuro con rinnovata determinazione nel nostro percorso di servizio e collaborazione.

 

Clicca per scoprire di più sull’evento

Estensione dell'Accettazione della Marcatura CE nel Regno Unito

Estensione dell’Accettazione della Marcatura CE nel Regno Unito

L’entrata in vigore della Brexit ha comportato una serie di cambiamenti significativi nelle normative commerciali tra il Regno Unito e l’Unione Europea. Uno degli aspetti chiave è stato il passaggio da un sistema basato sulla marcatura CE a uno in cui il Regno Unito stabilisce le proprie direttive e standard. Tuttavia, in un’azione che può essere vista come un tentativo di mantenere una certa armonia normativa, il Regno Unito ha esteso l’accettazione della marcatura CE anche per le unità da diporto e i loro componenti.

La Marcatura CE: Una Breve Panoramica

La marcatura CE è da lungo tempo un marchio riconosciuto in Europa, indicante che un prodotto è conforme alle normative dell’Unione Europea per la sicurezza, la salute e l’ambiente. Si tratta di un marchio che assicura ai consumatori e agli utenti finali che il prodotto soddisfa gli standard di qualità stabiliti. Prima della Brexit, la marcatura CE era accettata sia nel Regno Unito che nei paesi dell’UE.

Cambiamenti a Seguito della Brexit

Con la Brexit, molte questioni normative sono state riesaminate. Questo ha comportato la creazione di un nuovo schema di marcatura, la marcatura UKCA (UK Conformity Assessed), specificamente per il mercato britannico. I prodotti destinati al mercato del Regno Unito devono ora portare il marchio UKCA per dimostrare la loro conformità alle normative locali.

Estensione dell’Accettazione della Marcatura CE

Nonostante il passaggio al sistema UKCA, il Regno Unito ha deciso di estendere l’accettazione della marcatura CE prima fino a Dicembre 2024, ora senza un limite definito, anche per le unità da diporto e i loro componenti. Questa mossa ha lo scopo di agevolare la transizione e fornire più tempo sia ai produttori britannici che a quelli dell’UE per adeguarsi ai nuovi requisiti normativi. Ciò significa che le imbarcazioni da diporto e i loro componenti che portano la marcatura CE possono ancora essere commercializzati e utilizzati nel Regno Unito.

Vantaggi dell’Estensione

Questa estensione dell’accettazione della marcatura CE offre diversi vantaggi per l’industria delle imbarcazioni da diporto e i loro componenti:

  1. Continuità Commerciale: Gli operatori del settore possono continuare a commercializzare i loro prodotti nel Regno Unito senza interruzioni significative, mentre si adattano gradualmente alle nuove normative.
  2. Riduzione della Complessità: L’estensione consente ai produttori di evitare l’onere di aderire immediatamente al nuovo schema di marcatura UKCA, semplificando il processo di adeguamento.
  3. Tempo per Adeguarsi: I produttori hanno più tempo per comprendere i nuovi requisiti normativi e per apportare le modifiche necessarie ai loro processi produttivi.

Conclusioni

L’estensione dell’accettazione della marcatura CE nel Regno Unito per le unità da diporto e i loro componenti rappresenta un passo verso una transizione più fluida e progressiva verso le nuove normative post-Brexit. Questa decisione offre un certo grado di flessibilità e sostegno all’industria delle imbarcazioni da diporto, consentendo agli attori del settore di adattarsi gradualmente alle nuove realtà normative. Tuttavia, è importante che i produttori rimangano consapevoli dei cambiamenti in corso e inizino a considerare l’adozione del marchio UKCA per garantire la conformità alle future esigenze normative del mercato britannico.

 

Qui il comunicato stampa del Governo del Regno Unito.

Differenza tra “PCA” e “Modifiche rilevanti ad unità da diporto non marcate CE”

Gli armatori che decidono di apportare delle modifiche rilevanti alla propria imbarcazione devono sapere che quest’ultima dovrà essere sottoposta a dei controlli per verificare la conformità ai requisiti tecnici di sicurezza.

In base all’anno di costruzione dell’imbarcazione si implementerà una differente procedura: valutazione post costruzione (PCA) o una visita di sicurezza che permetterà di valutare l’idoneità alla navigazione.

Per poter capire quale sia la giusta procedura da adottare, occorre sapere se l’imbarcazione da modificare sia stata costruita prima o dopo il 1998 e quindi se sia dotata o meno di marcatura CE. Infatti, la PCA viene eseguita nel caso in cui le modifiche siano apportate ad imbarcazioni marcate CE, mentre la visita di sicurezza per “Modifiche rilevanti” riguarda unità da diporto non marcate CE.

 

CHE COSA SI INTENDE PER MODIFICA RILEVANTE?

Per modifiche rilevanti si intendono quelle trasformazioni che vanno a modificare in maniera importante la configurazione dell’imbarcazione, compromettendo il rispetto dei requisiti tecnici indicati nella Dichiarazione di Conformità.

Tra le modifiche rilevanti rientra, per esempio, la sostituzione del motore principale di propulsione, in tale situazione si può procedere imbarcandone uno con una differente potenza “installata” o con un peso superiore, o anche, variando il numero di motori installati.

Altre modifiche possono riguardare:

  • le dimensioni principali: aumentare/ridurre la lunghezza o larghezza dell’unità da diporto;
  • aumentare/ridurre il numero di persone trasportabili;
  • aumentare/diminuire il carico massimo trasportabile;
  • la variazione del sistema di trasmissione/propulsione;
  • la variazione dell’impianto combustibile;
  • una variazione della disposizione dei pesi a bordo, che comportano una modifica dei requisiti di stabilità e galleggiabilità dell’imbarcazione;
  • l’estensione dei limiti di navigazione;
  • altre modifiche rilevanti ai fini dei requisiti di sicurezza.

 

PCA

Oltre alle modifiche rilevanti sopraelencate, nel caso di un’imbarcazione marcata CE si possono verificare altre situazioni che richiedono l’implementazione di una PCA.

Molto spesso capita che gli importatori privati acquistino un’imbarcazione da un produttore extra-europeo, in questo caso, poiché le fasi di progettazione e produzione si svolgono fuori dal territorio europeo, per poter importare l’imbarcazione regolarmente occorre verificare i requisiti di sicurezza, tramite un’attestazione post-costruzione, prima della messa in servizio.

Un altro caso è quello in cui l’armatore decida di modificare la destinazione d’uso dell’imbarcazione, ad esempio facendo rientrare nel campo del diporto un’imbarcazione che precedentemente era adibita all’attività di pesca.

Se un armatore costruisce un’unità da diporto ad uso personale, dovrà attendere un periodo di 5 anni prima di poterla mettere in vendite. Nel caso in cui decida di venderla prima che sia concluso tale periodo, dovrà sottoporre l’imbarcazione ad una valutazione post-costruzione.

È necessaria la PCA anche quando l’importatore decida di apportare delle modifiche ad una imbarcazione già costruita, che vadano ad incidere sulla conformità dei requisiti previsti dalla direttiva; o anche immettendo sul mercato un’unità da diporto con il proprio nome o il proprio marchio, figurando così come il produttore di quest’ultima.

 

MODIFICHE RILEVANTI AD UNITÀ DA DIPORTO NON MARCATE CE

Se si apporta una delle modifiche rilevati sopracitate ad unità che siano state costruite prima del 1998 o che non siano marcate CE (es. imbarcazioni adibite alle regate), è necessario comunque eseguire accertamenti tecnici al fine di verificare la permanenza dei requisiti di sicurezza.

In questo caso la normativa di riferimento è la “circolare MIT PROT. 0014281 del 21/05/2019”, la quale stabilisce che qualsiasi modifica dell’unità che produca effetti sui requisiti essenziali di sicurezza stabiliti dal D.lgs 171/2005 comporti una verifica dei suddetti requisiti.

 

In tal caso per regolarizzare l’unità l’armatore potrà rivolgersi a ENAVE che provvederà ad emettere il relativo attestato da presentare alla Autorità Marittima.

Documenti obbligatori da avere a bordo nel 2023

È importante conoscere quali sono i documenti obbligatori da avere a bordo per il 2023, sia per le imbarcazioni immatricolate battenti bandiera italiana che per i natanti (barche sotto i 10 m). Onde evitare multe salate, è bene verificare che i documenti siano in corso di validità.

I documenti che vengono richiesti duranti i controlli della Guardia Costiera o della Guardia di Finanza sono:

  • Licenza di navigazione. La vecchia licenza cartacea va aggiornata obbligatoriamente attraverso lo STED (Sportello Telematico del Diportista) in caso di passaggio di proprietà o all’aggiornamento del certificato di sicurezza.
  • Dichiarazione di potenza motore. In base all’art. 41 del D.L. 18 luglio 2005, n. 171 tutti i motori installati su qualsiasi unità da diporto (inclusi i tender) devono essere provvisti di assicurazione compreso l’eventuale motore ausiliario.
  • Polizza di assicurazione in corso di validità della barca (e del motore del tender).
  • Certificato di sicurezza in corso di validità.
  • Tabella delle deviazioni
  • Licenza di esercizio RTF per il VHF con codice di chiamata internazionale callsign MMSI e licenza RTF per ogni altra radio presente a bordo. Vedi modulistica sul sito del Mise. Attenzione, la licenza scade ogni 10 anni.
  • Revisione zattera. Certificato di validità / revisione della zattera di salvataggio, per navigazione oltre le 6M;
  • Patente nautica.

Inoltre, i documenti della barca e l’assicurazione sono richiesti dalle marine ogni volta che si ormeggia in transito.

Controlla sempre che i tuoi documenti siano sempre aggiornati.

Se noti che il tuo certificato di sicurezza deve essere rinnovato non esitare a contattarci telefonicamente 0721 186 6487

o alla mail: info@enave.it

PERIZIE NAUTICHE

ENAVE oltre ad occuparsi di marcatura CE e visite di sicurezza, effettua anche servizi di ingegneria e visite ispettive per attività peritali.

Effettuare una valutazione del valore e dello stato d’uso di una barca può rivelarsi utile nelle situazioni in cui si decide di: effettuare un acquisto o una vendita, un rifinanziamento, ma anche evitare potenziali reclami, o si proceda alla ristrutturazione e/o manutenzione dell’unità.
Le perizie navali sono valutazioni tecniche effettuate da un esperto nel campo navale su una nave o un’imbarcazione, al fine di stabilirne le condizioni, il valore o le possibili cause di un evento o danno.

 

In quali occasione può essere richiesta una perizia?

Tipi di Visite Peritali:

  • Pre-acquisto: viene consigliato prima di acquistare un’imbarcazione. Comprende un esame più o meno approfondito dell’integrità strutturale dello scafo, delle condizioni degli apparati propulsivi, elettrici, idraulici, dell’attrezzatura e degli accessori, nonché dell’aspetto estetico e manutentivo dell’intera unità. La visita comprende generalmente una visita a secco della carena ed una prova in mare.
  • Condizioni e valore (Assicurativa): è una visita volta a valutare le condizioni ed il valore di una unità da diporto, al fine di permettere ad una Compagnia Assicuratrice, o ad un finanziatore, la valutazione del bene. Deve comprendere un giudizio del perito sulle condizioni di navigabilità e sicurezza. Non viene effettuata la prova in mare, e l’ispezione può avvenire anche in acqua. Normalmente le Compagnie Assicuratrici richiedono la perizia sulle unità vecchie più di 7/10 anni. Le società di leasing la richiedono su qualunque unità usata.
  • Avaria, Ispezione di carena, Pre-Consegna: sono altri tipi di visita eseguiti su richiesta o dell’armatore o del cantiere.

 

La visita peritale non è un collaudo.

Far eseguire una perizia sull’imbarcazione che si sta andando ad acquistare non assicura che in seguito all’acquisto possano emergere dei problemi. La differenza tra perizia e collaudo sta nel fatto che:

La perizia è un processo statico, può essere paragonato ad una “fotografia” dell’imbarcazione, nella quale viene identificato lo stato di salute dell’imbarcazione.

Il collaudo è un processo dinamico volto ad effettuare prove funzionali delle imbarcazioni e l’esecuzione di eventuali stress test per verificare la qualità funzionale dell’imbarcazione.

 

 

Consigli per la manutenzione dell'impianto elettrico di una barca

Consigli per la manutenzione dell’impianto elettrico di una barca

Il fai da te ha un fascino irresistibile, non importa l’ambito. Anche tra i proprietari di unità  da diporto, la maggior parte preferisce sistemare da sé eventuali problemi e malfunzionamenti, specie se percepiti di piccola entità. Come, per esempio, quelli legati all’impianto elettrico.

L’impianto elettrico delle barche

L’impianto elettrico di un’imbarcazione è alimentato a corrente continua ed è generalmente composto da:

  • batteria motore
  • batteria servizi
  • stacca batterie
  • quadri di distribuzione o comando

Come quasi ogni componente di una barca, necessita di essere controllato periodicamente, in particolare se non di recente fattura.

Molti diportisti preferiscono farlo in autonomia e sistemare per conto loro le possibili avarie. Di per sé questo non è un problema, tuttavia se non si è molto esperti si rischia di causare più danni che altro, mettendo in pericolo la sicurezza a bordo: è quindi importante conoscere bene le basi di una corretta manutenzione.

Le basi di un impianto elettrico: corrente e voltaggio

Innanzitutto, ricordiamoci che:

  • il voltaggio si misura in volt (V)
  • la corrente si misura in ampere (A)
  • la potenza si misura inwatt (W)
  • la resistenza si misura in ohm (Ω)

Tutti noi sappiamo che un alto voltaggio può essere letale, ma questo non significa che un sistema alimentato da soli 12V o 24V, come quello di gran parte delle imbarcazioni da diporto, sia meno pericoloso.

Molti credono che, visto il valore basso, si possono toccare i cavi senza troppi problemi. Tuttavia, la corrente che vi circola ha spesso livelli di amperaggio molto alti.

Questo spiega perché un cortocircuito casalingo crei al massimo una piccola scintilla, magari facendo saltare un fusibile. Sulle barche, invece, un cortocircuito spesso porta a un forte flash, che rischia di dar fuoco ai cavi poiché l’energia sprigionata è molto più elevata.

Cosa tenere a mente per prevenire incendi a bordo

Nella stragrande maggioranza dei casi, gli incendi a bordo di un’imbarcazione sono causati da malfunzionamenti del sistema elettrico.

Dobbiamo quindi prestare particolare attenzione allo stato di cavi, connettori e batterie e sostituirli ove necessario.

Inoltre, come regola generale, ricordiamoci che, quando la corrente è elevata, è importante che la resistenza sia bassa. Quindi dobbiamo assicurarci che:

  • tutti i connettori devono essere ben serrati;
  • meno giunzioni  ci sono, meglio è (ogni nuova giunzione aggiunge un po’ di resistenza).

Cavi e connettori

Se devi sostituire uno o più cavi, preferisci sempre cavi multifilari. Quelli a filo singolo, infatti, con il passare del tempo tendono a rompersi più facilmente.

Inoltre, meglio optare per cavi stagnati, così da prevenire corrosioni future.

Presta attenzione anche ai fusibili:

  • deve essercene almeno uno;
  • deve essere compatibile con le dimensioni del cavo (utilizza gli strumenti giusti, non provare soluzioni creative, tutti i componenti devono essere crimpati bene*);
  • deve bruciare prima che il cavo si sciolga.

* Per essere certo di non combinare guai, puoi comprare dei cavi pre-crimpati nei negozi specializzati.

Le batterie: regole generali

Prima di vedere quando sia il caso cambiare le batterie, vediamo alcuni assunti generali relativi al banco batterie:

  • le batterie devono essere dello stesso tipo, stessa età e stessa capacità;
  • se sostituisci solo una delle batterie, quelle nuova invecchierà più velocemente, portandosi allo stesso livello della vecchia;
  • servirebbero almeno due batterie per il motore, o almeno la possibilità di connettere facilmente un’altra batteria se quella del motore andasse in avaria;
  • la batteria motore utilizza molta corrente, per un breve periodo di tempo;
  • la batteria servizi utilizza poca corrente, per un periodo di tempo prolungato.

Le batterie: ottimizzare la carica

Se non navighi per un po’, ricorda che le batterie devono essere lasciate cariche quando non in uso. In particolare, per quanto riguarda le batterie al piombo:

  • se le lasci inutilizzate con carica al 50%, dureranno per altri 200 cicli
  • se le lasci carica al 70%, reggeranno altri 1200 cicli

Le batterie AGM e Gel, invece, hanno cicli di carica molto più lunghi.

Inoltre, se desideri prolungare la vita delle batterie, assicurati di:

  • avere tutti i connettori correttamente crimpati
  • pulire una volta all’anno il banco batterie, controllare che non ci siano segni di perdite o corrosione, controllare la ventilazione e ispezionare il fissaggio
  • risparmiare energia spegnendo le utenze che non utilizzi

N.B: puoi verificare la carica aiutandoti con un voltmetro digitale che mostri almeno due decimali.

Le batterie: verifica del loro stato

Per capire se sia il caso o meno di cambiare una batteria, devi fare controlli periodici, soprattutto mano mano che invecchia l’impianto. Nella tabella qui sotto abbiamo riassunto alcune delle caratteristiche da verificare:

TEST Buono stato Cattivo stato
Danni visibili No
Età della batteria Sotto i 4 anni Più di 5-6 anni

 

Il voltaggio della batteria a riposo è tra 12.4V-12.8V?

 

Sì, bene.

Se no ed è sotto i 12.4V, prova a ricaricare la batteria: se mantiene il voltaggio per almeno un paio di ore dopo la carica può continuare ad essere usata.

Se no, carica la batteria: se il voltaggio è sotto i 10.4V o non supera i 12.4V, allora può essere che una delle celle sia andata in cortocircuito.

Le batterie: il sistema di carica

Un altro aspetto da considerare è come le batterie vengono caricate. La carica infatti richiede tempo (normalmente una batteria si carica di circa il 10% all’ora), quindi è importante disporre di un caricabatterie di qualità che non le danneggi.

Inoltre, il caricatore dovrebbe essere la prima cosa da connettere alla corrente una volta tornati in porto (soprattutto se hai una barca a vela) e non guasta mai poter contare anche su un generatore esterno o comunque una fonte alternativa. Anche un piccolo pannello solare con un regolatore di carica può, ad esempio, contrastare l’autoscarica delle batterie evitando così la necessità di lasciare per lunghi periodi la barca connessa all’impianto di terra.

Ricorda infine che, più è vecchia la tua imbarcazione, maggiore potrebbe essere la necessità di cambiare l’impianto elettrico e di carica. Questo soprattutto se hai aggiunto nel tempo diversi nuovi apparecchi elettrici (per esempio, nuove lampade, pompe, radar, tv, frigoriferi, ecc.), che possono arrivare ad assorbire molta più corrente, lasciandone meno per la ricarica delle batterie.

10 consigli per una navigazione più sostenibile - parte 2

10 consigli per una navigazione più sostenibile – parte 2

Ci sono dei modi per ridurre il nostro impatto ambientale quando navighiamo?

La risposta a questa domanda è sì, ci sono diversi accorgimenti che possono aiutarti a navigare in maniera più sostenibile!

Abbiamo infatti raccolto diversi suggerimenti utili per tenere una navigazione più green: i primi 5 li trovi in questo articolo, mentre i restanti… be’, non ti resta che continuare a leggere.

Partiamo quindi da dove ci eravamo lasciati: il nostro consiglio numero 6.

6. Attenzione alla tossicità delle vernici antivegetative per lo scafo

Le vernici antivegetative applicate alle aree immerse delle imbarcazioni possono contenere metalli pesanti o sostanze tossiche per l’ambiente, visto il loro scopo.

Tuttavia, a seconda del tipo di barca e il suo uso, si possono utilizzare vernici che riducono il rischio di dispersione dei metalli pesanti in acqua. Certo, in alcune zone di navigazione è necessario impiegare vernici con ossido di rame per prevenire la formazione di alghe e incrostazioni ma in molti casi, specie nei bacini di acqua dolce, delle vernici antivegetative con elementi meno tossici sono più che sufficienti (per esempio, vernici a film con Teflon).

Inoltre, fai attenzione quando pulisci lo scafo ad usare tecniche non abrasive, soprattutto se per la tua imbarcazione hai applicato delle vernici autolegiganti o morbide, che si staccano più facilmente.

Se invece hai una barca di piccole dimensioni, il miglior consiglio è quello di tenerla a secco quando non in uso: in questo caso, infatti, è molto difficile che tu abbia bisogno di vernici antivegetative.

7. Smaltire correttamente la spazzatura e i rifiuti pericolosi

Ovviamente, per una navigazione sostenibile a impatto minimo, è molto importante non gettare i propri rifiuti in acqua, ma tenerli a bordo e poi smaltirli in modo corretto sulla terraferma.

Particolare attenzione va data allo smaltimento dei rifiuti pericolosi. Vernici e pennelli usati, batterie, antigelo, prodotti per la pulizia, olio, filtri dell’olio, carburante vecchio e altri rifiuti pericolosi devono andare nelle apposite strutture locali, non nel cestino della spazzatura nel parcheggio del porto.

Se non sei sicuro di dove portarli, chiedi agli addetti del porto o informati presso il gestore dei rifiuti della tua zona.

Ricorda, inoltre, che nel caso tu debba coprire la barca durante i lavori, la pellicola termoretraibile è fatta di materiale riciclabile: la maggior parte dei centri di riciclaggio e molti dei porti turistici più grandi hanno un posto dedicato dove lasciarla per la raccolta.

8. Navigazione sostenibile = corretta gestione delle acque reflue

Le acque reflue non smaltite adeguatamente dalle imbarcazioni da diporto rappresentano una delle principali cause dell’inquinamento in mare. È necessario quindi che vengano eliminate nel modo più opportuno, rispettando leggi e direttive in materia.

Nel caso delle imbarcazioni da diporto, la legge prevede che tutte le barche costruite dal 2008 in poi e dotate di servizi igienici devono essere dotate di un serbatoio per le acque nere o comunque di un sistema di trattamento delle acque reflue.

Gli scarichi di acque nere, grigie o di sentina sono severamente proibiti nei porti e nella zona più prossima alla costa (generalmente 3 miglia). Le acque nere non trattate possono essere sversate al largo (solitamente oltre 15 miglia) ma è necessario zona per zona informarsi su eventuali restrizioni particolari dovute alla caratteristiche dei bacini.

In ogni caso, meno sversamenti in acqua effettui, meglio è per l’ambiente. Al giorno d’oggi molti porti sono attrezzati per lo smaltimento corretto delle acque reflue delle imbarcazioni e possono disporre di addetti per lo svuotamento dei serbatoi con apposite pompe: rivolgiti a loro per uno smaltimento corretto.

9. Sii gentile con il fondale

Questo può essere un grosso problema o non esserlo affatto, poiché dipende da dove si va con la barca. Tuttavia, ovunque ci sia vita marina sul fondale, le barche e, specialmente, le ancore possono avere un impatto drammatico.

In alcune aree (come le barriere coralline o le Aree Marine Protette) è illegale ancorare a causa dei danni che l’ancora può causare a piante e animali marini.

10. Previeni la diffusione di specie acquatiche invasive: pulisci bene la tua barca

Questa è una preoccupazione tipica per chi naviga in acque interne o su unità carrellabili, ma può essere valida anche altrove: esistono delle specie acquatiche (piante, molluschi, ma anche batteri particolari) che possono “sfruttare” la tua imbarcazione come mezzo di trasporto per “spostarsi” tra uno specchio d’acqua e l’altro, perché rimaste “imprigionate” al suo interno (o esterno).

L’introduzione di nuove specie in un qualsiasi ambiente è problematica e può causare squilibri nell’ecosistema locale. Il modo migliore per prevenire tutto ciò è “pulire, scaricare, asciugare”:

  • ispeziona la tua barcaalla ricerca di alghe e rimuovile immediatamente dopo averla tirata a secco;
  • lava accuratamente l’imbarcazionetra un viaggio e l’altro;
  • lasciala asciugare per alcuni giorni prima di farla navigare in una nuova area;
  • assicurati di svuotare la sentina, il pozzetto, il sistema di lavaggio dell’acqua grigia e qualsiasi altra cosa che possa contenere acqua (e possibili specie “clandestine”)

Non dimenticare di controllare anche il motore: sicuramente già lo sciacquerai per manutenzione tra un uso e l’altro, ma a questo punto diventa doppiamente importante farlo, per evitare di trasportare involontariamente specie invasive per altri ambienti.

 

Questo era l’ultimo dei nostri 10 consigli per una navigazione più sostenibile e se ti sei perso i primi 5, li puoi trovare cliccando qui.

E se li hai ritenuti utili, condividi questi articoli: più persone navigheranno in modo responsabile e sostenibile, meglio è per tutti!

10 consigli per una navigazione più sostenibile - parte 1

10 consigli per una navigazione più sostenibile – parte 1

Poco dopo il suo passaggio, la scia di una barca svanisce in fretta, ma come navigatori dovremmo sempre ricordarci che l’impatto della nostra imbarcazione non sparisce così in fretta, anzi. È importante riconoscere che ciò che facciamo ha un impatto sulle acque che amiamo e che ci sono modi per rendere le nostre “impronte di scia” più sostenibili, salvaguardando gli ambienti marini.

Proteggere l’ambiente e seguire le migliori pratiche di navigazione sostenibile richiede uno sforzo consapevole da parte di tutti noi e inizia con il modo in cui navighiamo, dove lo facciamo e i prodotti che usiamo sulle nostre barche.

L’attenzione a questi dettagli non solo aiuta a salvaguardare l’ambiente, ma può portare a migliorare anche il nostro tempo passato sull’acqua, che può diventare più piacevole, conveniente e divertente.

Ecco quindi alcuni consigli per una navigazione pulita e sostenibile, da tenere sempre a mente quando si è in acqua.

1. Prevenire gli scarichi oleosi per una navigazione più sostenibile

Se hai una barca con motore entrobordo o entrofuoribordo, puoi mettere un tappetino o un panno assorbente e fissarlo nella sentina e sotto il motore, così che possa assorbire eventuali perdite d’olio. Controllalo regolarmente per evitare che intasi la pompa di sentina e smaltiscilo come rifiuto pericoloso in un porto o in un centro di raccolta apposito.

Oltre a questo, puoi anche seguire alcuni consigli per quando devi cambiare l’olio nella tua imbarcazione:

  • trasferisci l’olio in un contenitore ermetico servendoti di una pompa per il cambio dell’olio;
  • porta l’olio motore usato in un centro di riciclaggio;
  • quando rimuovi il filtro dell’olio, avvolgilo in un sacchetto di plastica o in un panno assorbente per evitare perdite.

2. Mantieni il motore ben regolato, mantenuto e ispezionato

Un motore ben mantenuto massimizzerà l’efficienza del carburante e la vita del motore stesso. Questo non solo aiuta a ridurre il proprio impatto ambientale, ma fa risparmiare denaro perché si potrà andare più lontano e più velocemente con ogni litro di carburante.

Assicurati anche di ispezionare visivamente le parti del sistema di propulsione della barca, come i serbatoi del carburante e le linee di alimentazione, che rischiano di perdere efficienza con il tempo.

Ispeziona anche l’elica, pale piegate e ammaccature comportano un calo di efficienza della barca e di conseguenza un maggior dispendio di risorse.

Ricorda: se individui dei problemi, prima li ripari meglio è.

3. Riempi lentamente il serbatoio di carburante

Quando fai rifornimento, non avere fretta. Riempi lentamente il serbatoio e non colmarlo fino all’orlo, ma lascia almeno un 10% di spazio vuoto, dove il carburante possa poi espandersi in fase di riscaldamento. In questo modo eviti di farlo traboccare.

Inoltre, per prevenire ulteriori fuoriuscite, durante il rifornimento è buona prassi servirsi di stracci o tamponi per raccogliere eventuali gocce di carburante in eccesso.

Se versi accidentalmente del carburante (o dell’olio), non usare mai del sapone per disperderlo, aumenterebbe solo i danni all’ambiente. Avvisa invece l’assistenza del porto, dovrebbero avere tutta l’attrezzatura necessaria per agire rapidamente.

4. Rallenta e naviga in modo responsabile

La maggior parte delle moderne barche a motore va piuttosto veloce e correre a tutta velocità per la baia potrebbe essere divertente, all’inizio. Navigando a una velocità di crociera inferiore, però, non solo ti godi di più il tuo tempo in barca, ma diminuisci anche la tua impronta di carbonio. L’ambiente non potrà che ringraziare.

La velocità di crociera ideale è quella più efficiente, cioè quella in cui l’imbarcazione ottiene il più basso numero di litri/miglio, cosa che si raggiunge generalmente intorno ai due terzi di manetta.

Nella maggior parte dei moderni sistemi di alimentazione, è possibile scorrere il monitor del motore e trovare il display litri/miglio, mettere la barca in assetto orizzontale e poi aumentare gradualmente la velocità fino a quando il valore litri/miglio raggiunge il minimo. Annota a quanti giri al minuto sta girando il motore a quel valore di litri/miglio. Ecco, quello è il numero della velocità di crociera efficiente della tua barca.

Inoltre, in questi casi è importante utilizzare il regime di rotazione ovvero i Giri /min, non la velocità in nodi. Fattori come il vento e la corrente possono indurre la barca a funzionare a velocità diverse in condizioni diverse, ma è possibile impostare costantemente l’acceleratore su un determinato numero di giri.

Oltre a rallentare, non dimenticare di tenere a mente i tre pilastri principali del “navigare responsabilmente”:

  • ridurre al minimo i passaggi ripetuti nella stessa zona;
  • mantenere la musica a un livello responsabile;
  • mantenere almeno la distanza dalla riva prescritta dalle norme e dalle locali ordinanze.

5. Riduci al minimo la manutenzione in acqua

Fai la manutenzione sulla terraferma.

Se proprio non è possibile e devi fare degli interventi mentre sei in galleggiamento, ricorda di:

  • raccogliere i rifiuti per minimizzare il tuo impatto ambientale;
  • usare teloni e aspirapolvereper raccogliere facilmente gocce, polvere e detriti e smaltirli correttamente.

Se hai il motore fuoribordo, è molto più facile e sicuro eseguire le regolari operazioni di manutenzione (come cambio dell’olio, del filtro del carburante e la messa a punto) sulla terraferma che in acqua.

Ricorda inoltre che anche i lavori di manutenzione più semplici, come la pulizia della barca, possono avere una ricaduta in mare, quindi assicurati di usare prodotti di pulizia appositi, come saponi per barche non tossici e senza fosfati. Se devi utilizzare un detergente caustico, fai il lavoro sulla terraferma, dove è molto più facile contenere le fuoriuscite ed evitare pasticci.

Questi sono i primi 5 dei nostri 10 consigli su come navigare in maniera più green e sostenibile per l’ambiente. Seguici sui social per non perdere l’uscita della seconda parte.

DECRETO CORRETTIVO DEL NUOVO CODICE DELLA NAUTICA DA DIPORTO 2020

31 correzioni apportate al codice

Il decreto legislativo 12 novembre 2020, n. 160 – Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 3 novembre 2017, n. 229, concernente revisione ed integrazione del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, recante codice della nautica da diporto ed attuazione della direttiva 2003/44/CE, a norma dell’articolo 6 della legge 8 luglio 2003, n. 172, in attuazione dell’articolo 1, comma 5, della legge 7 ottobre 2015, n. 167 – è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entra in vigore il 22 dicembre 2020.

Il decreto correttivo contiene interventi su 31 articoli e ha come obiettivo quello di dare al Codice una maggiore completezza e sistematicità tenendo conto anche delle questioni emerse in sede di prima applicazione del medesimo provvedimento. Di seguito sono indicate alcune delle novità introdotte.

Il decreto correttivo del nuovo codice della nautica da diporto 2020 permette di:

  • colmare le lacune di aggiornamento dei procedimenti amministrativi, al fine di rendere completamente operativo il sistema telematico del diporto e snellire gli adempimenti. Nel vecchio codice, alcune procedure relative al rilascio della licenza di navigazione provvisoria non erano contemplate nel contesto di quelle effettuabili in via telematica, ovvero, erano rimaste cartacee. Con la misura correttiva, andando allo sportello telematico, l’armatore può ora ottenere una licenza provvisoria, e con quella già fare l’imbarco dell’equipaggio e la licenza dell’apparato VHF, potendo dunque navigare subito. Si accorciano dunque i tempi necessari per ottenere la navigabilità dell’unità, uno dei fattori per i quali facevano più concorrenza le bandiere estere;
  • consentire al cantiere costruttore di un’unità da diporto, ove per qualsiasi ragione non riesca a concluderne la vendita, di poterla immatricolare a proprio nome, per dare sbocco a un mercato a “km zero”. I cantieri costruttori di unità da diporto possono ora intestare la barca a sé stessi e possono utilizzarla per attività, ad esempio, noleggio. Questo apre il mercato a un modello che nel mercato dell’auto esiste da anni, il Kilometro zero. Il concessionario non si trova quindi più obbligato a tenere bloccata una barca nuova non venduta, ma può sfruttarla o lanciarsi in un nuovo business, adibendo una nuova barca nuova a noleggio per poi venderla successivamente;
  • prevedere una disciplina per la navigazione di “droni”. Una norma che va a colmare un vuoto normativo, introducendo la possibilità di attività commerciale, o assistenza, o rimorchio, o, ad esempio, monitoraggio di un campo boe, che possa esser eseguita da un drone;
  • introdurre nuove forme di utilizzo commerciale delle unità da diporto, in linea con le raccomandazioni espresse dal Consiglio di Stato, per dare supporto alla dinamicità del settore;
  • prevedere sanzioni per l’esercizio abusivo dell’attività di scuola nautica;
  • correggere la disciplina delle patenti nautiche, con finalità di inclusione sociale delle persone diversamente abili e degli anziani e la possibilità di effettuare le visite mediche direttamente presso le scuole patenti;
  • introdurre un’anzianità di almeno tre anni di patente nautica per il comando di unità da diporto in attività di noleggio occasionale, al fine di garantire maggiore sicurezza. Il noleggio occasionale permette al proprietario di imbarcazione (ricordiamo che per i natanti non è previsto il noleggio occasionale), di noleggiare la propria barca fino a un massimo di 42 giorni l’anno. Con la correzione, è stato stabilito che il proprietario deve essere in possesso di patente nautica da almeno 3 anni;
  • l’istituzione dell’archivio nazionale dei prodotti delle unità da diporto, al fine di contrastare l’immissione sul mercato di prodotti fraudolenti che provochino incidenti o infortuni. Questa è una vera novità, a tutela delle aziende produttrici di prodotti per la nautica da diporto sia per la sicurezza del diportista. Se si verificano degli incidenti su prodotti per la nautica, tali prodotti saranno inseriti in una lista nera che andrà a bandirli dal mercato in quanto non conformi o pericolosi. Il consumatore è tutelato perché non dovrebbe trovarsi in condizioni di acquistare, anche in buona fede, un prodotto che ha già causato incidenti. Il produttore, onesto, viene tutelato dal ritrovarsi sul mercato prodotti non conformi o contraffatti in concorrenza. La banca dati sarà gestita dal ministero dei trasporti.
  • previsione di aree destinate a ormeggio a secco nei piani regolatori dei porti mercantili, ogni porto commerciale ha l’obbligo di avere un piano regolatore PR, e tali PR dovranno ora specificare quali siano le aree destinate agli ormeggi a secco. Molti porti mercantili hanno aree non più utilizzate, qualunque soggetto privato può dunque chiedere ora una concessione demaniale per fare ormeggio a secco, il nuovo codice è lo strumento giuridico per obbligare il porto in questione a rispondere alla domanda riferendosi al piano regolatore.

 

Qui il DECRETO LEGISLATIVO 12 novembre 2020, n. 160 completo

 

Fonti: Giornale della vela, Sailbiz

rinnovo certificato di sicurezza nautica

RINNOVO DEL CERTIFICATO DI SICUREZZA

è tempo di rinnovare il certificato di sicurezza!

Hai controllato la data di scadenza del certificato di sicurezza della tua imbarcazione? Se è in scadenza contattaci! ENAVE esegue visite e accertamenti per il rilascio, rinnovo e convalida del certificato di sicurezza e altri accertamenti previsti dal Codice della Nautica.

Il rinnovo avviene immediatamente dopo l’accertamento tecnico da parte di ENAVE.

Provvederemo noi stessi ad avvisare la Autorità Marittima 48 ore prima della visita di accertamento. Dal momento della visita ENAVE è in grado di produrre l’ attestazione di idoneità sia per l’Autorità Marittima che per il diportista in tempi brevissimi.

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